domenica 18 settembre 2011

IL RAGAZZINO CON LA ERRE MOSCIA


A scuola insegnano a tutti i bambini che le letterine si scrivono e si dicono ben dritte, con le pronunce tutte impettite e senza esitazioni, dalla A alla Z, passando per le vocali e  per le consonanti.
E non c’è bambino che non ci si impegna a tenere ben dritte le sue letterine.
Ma c’era un ragazzino che già da bambino, anche se si impegnava a tenere dritte le letterine che scriveva e che poi leggeva o diceva, non c’era verso che una fra tutte queste riuscisse a tenerla dritta.
Era la R, ma una erre così dispettosa che, pure se scritta ben ferma nel foglio, quando provava a dirla si metteva giù comoda mezzo sdraiata.
Non c’era proprio dubbio: era una erre moscia.

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